Sul l'artista

Sebbene Jan Bouman (1945) dipinga in modo preciso e nitido, non si sforza di imitare la realtà. Sono il colore e il disegno delle sue tele che fungono da punto focale nel suo lavoro, e le figure ei soggetti nei dipinti sono di interesse subordinato. La natura funge da punto di partenza nei progetti di Jan Bouman, sebbene non siano accademici. La composizione è un mix tra il suo occhio naturale e artificiale. Distorce le proporzioni delle figure che raffigura, espandendole o comprimendole. Queste distorsioni rappresentano lo squilibrio tra il mondo artificiale e quello naturale. In sostanza, lo stesso atto di equilibrio si ottiene attraverso il suo uso del colore. Anche qui il visibile è usato solo come punto di partenza. Un uso autonomo del colore serve a creare l'atmosfera dell'insieme e la plasticità del disegno, ma in misura minore serve l'espressione della materia. Le sue figure, oggetti, paesaggi e interni che modella con l'ausilio di schizzi dettagliati, sono infatti costruzioni che svelano il prodotto della sua memoria visiva e delle sue sfide. Le creazioni sono alimentate dalla realtà, eppure totalmente inventate.
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